Come possiamo portare una persona a noi cara a richiedere un aiuto? Ad accettare di farsi aiutare, nonostante si accanisca nel fatto di non averne bisogno e di non volerlo?
Tanti di voi mi contattano proprio per chiedermi in merito a questo quesito.
La risposta che io tendo a dare è che se vogliamo favorire il cambiamento di una persona, dobbiamo capire innanzitutto un punto fondamentale…Non dobbiamo tendere a sostituirci, dobbiamo toglierci l’idea di voler fare qualcosa al posto di qualcun altro.
A volte cadiamo in questo errore ed è proprio ciò che porta l’altro ad arrabbiarsi, a chiudersi, e a non volerci ascoltare.
Cerchiamo di capire invece come potremmo favorire il cambiamento di questa persona.
Innanzitutto direi di stare attenti a cogliere i suoi momenti di recettività. In quanto ognuno di noi ha dei momenti in cui è più recettivo ed altri in cui lo è meno.
Dobbiamo stare attenti a cogliere, capire, quando l’altra persona è veramente disposta ad ascoltarci, quando è veramente disposta a parlare e a riflettere in merito all’argomento in questione.
Dobbiamo darci anche il tempo adeguato, e quindi sapere che anche l’altro ha tempo per ascoltarci, tempo da dedicarci.
Sia la recettività che avere il tempo adeguato sono elementi che possono favorirci se scelti bene, o non favorirci se non stiamo attenti a sceglierli bene.
Un’altra cosa importante è che dobbiamo sapere cosa funziona e cosa non funziona. E cercare di andare più possibile nella direzione di ciò che funziona se vogliamo favorirci e favorire il cambiamento dell’altro. Altrimenti rischiamo solo di ottenere, purtroppo, l’effetto contrario.
Empatia: perché è così importante?
Un altro elemento importante a cui noi potremmo accedere è l‘empatia.
Dobbiamo innanzitutto cercare di capire quali sono i dubbi dell’altro, le sue necessità, cosa lo blocca e poi, facendo leva sull’empatia, rimandargli che sappiamo bene quanto sia difficile accettare di avere un problema, mettersi in gioco e farsi aiutare.
Sottolineiamo che continuiamo a dirglielo proprio perché ci teniamo, lo amiamo, gli vogliamo bene.
Spieghiamogli che questo sarebbe un passo importante e molto positivo.
Sarebbe un valore aggiunto in primis per se stesso ma anche per la famiglia e per il benessere di tutte le persone che gli vogliono bene.
L’empatia è qualcosa che funziona molto. Cerchiamo invece di evitare di offendere.
Evitiamo di utilizzare parole negative che porterebbero questa persona soltanto a chiudersi.
Possiamo proporci di aiutarla. Potremmo proporle di collaborare (cercare insieme, vedere insieme, telefonare insieme, scrivere insieme) oppure fare tutto noi per poi rimandarglielo.
In seconda battuta sarà la persona direttamente interessata a valutare, scegliere, scrivere, telefonare a chi di competenza.
Quindi collaborare o farlo noi direttamente, per aiutarlo un attimo. Questo però, sempre coinvolgendo l’altra persona.
Noi dobbiamo darci sicuramente tempo e pazienza. Anche questi sono elementi importanti.
A volte l’altro sembra non ascoltarci ma magari ha solo bisogno di tempo per metabolizzare, per riflettere, per valutare ciò che gli stiamo dicendo.
Se non diamo tempo e non abbiamo pazienza, rischiamo di causare una chiusura. Rischiamo che l’altro si arrabbi, rischiamo di farlo sentire sbagliato.
Quindi, come vi dicevo poco prima, dobbiamo saper mettere a fuoco cosa funziona e cosa non funziona.
Dobbiamo cercare di andare il più possibile verso ciò che funziona.
Sulla base di come noi conosciamo l’altro, sulla base del suo carattere, capire ciò di cui ha bisogno.
Cercare di ascoltarlo, cercare di capire bene quali sono le sue necessità, quali sono le corde migliori da andare a toccare.
In pratica dobbiamo metterci in modalità positiva, mai negativa, mai offensiva, mai di attacco. Questo farebbe chiudere l’altro e ciò non favorirebbe né la nostra idea e neanche il cambiamento.
Cerchiamo di andare sempre il più possibile verso ciò che funziona e che corrisponde anche alle caratteristiche della persona, che noi dobbiamo saper comprendere, dobbiamo saper cogliere.
Dobbiamo fare piccole scelte ed avere piccole accortezze, che come indicato nell’ articolo possiamo portare avanti e proporre all’altra persona.
Poi aspettare, pazientare affinché l’altro metabolizzi e sappia cogliere ciò che gli stiamo rimandando.
Da più di 12 anni, ascolto e aiuto persone concretamente a uscire da situazioni difficili, e riprendere in mano la propria vita o con la consulenza psicologica o presso i miei studio di Padova e Treviso.
Dott.ssa Monia Ferretti
Psicologa Psicoterapeuta